Adusbef ha elaborato i dati provenienti da Banca Centrale europea e Bankitalia, in relazione all’aumento dei tassi di interesse sui mutui. Questi dati sono stati interpretati fedelmente da Federconsumatori e riportano una dura realtà. Gli italiani pagano molti più interessi rispetto ai cittadini degli altri Paesi dell’Eurozona. Un mutuo di 100.000 euro a trentanni viene pagato con una rata che è la più alta in Europa: 84 euro al mese. In media, su base annua, sono più di mille gli euro spesi in rapporto agli altri Stati dell’area euro. A conclusione del finanziamento, dopo trent’anni, il contribuente pagherà 30.240 euro in più in confronto ai cittadini di altri Paesi. Se il mutuo è a 20 anni, il mutuatario verserà 18.480 euro in più.Sono dunque numerose le trappole contrattuali che si nascondono all’interno di alcuni contratti di mutuo, come ad esempio la formula dell’ammortamento alla francese (prima la restituzione degli interessi, poi del capitale) che vuol dire sfilare dalle tasche delle famiglie ulteriori 9.500 euro per mutuo 30 anni di 100.000 euro.
Per questa ragione Federconsumatori ha fatto precise richieste al Mef: mantenere una maggiore distanza dall’Abi, effettuare più controlli sulle banche, evitare guai a famiglie e PMI, e calmierare i tassi di interesse.
L’aumento dei tassi su mutui e prestiti, per un aumento dello spread sui mutui, cresciuto ad agosto a 149 punti base ( +6 p.b.), in rapporto a quanto succedeva durante il primo gennaio del 2014, è infatti evidente. A gennaio, infatti, risultò di +144 p.b. E’ invece di 177 punti base lo spread di tasso tra i prestiti offerti in Italia ed Ue,+54 p.b. su gennaio 2014, quando era di 123 punti base, a dimostrazione di tassi più elevati dell’area euro, con tassi sui finanziamenti che si aggirano ad una media del 2,87% in confronto a 4,36%; del 7,50% del credito al consumo contro 5,73% Ue