I dati provenienti da Pechino, nello specifico dal terzo trimestre, sono leggibili con più di un’interpretazione. La Cina cresce, ma nel contempo si registra un rallentamento nell’andamento economico del Paese. Pechino fa segnare un Pil in crescita con un aumento del 7,3% su base annua. Nel secondo trimestre 2014 il dato portava il Pil in crescita al +7,5%. Gli analisti prevedevano attese inferiori. Andando ad osservare le singole componenti del Prodotto interno lordo, si registra un rallentamento degli investimenti fissi e del mercato immobiliare con gli investitori che si trovano nelle condizioni peggiori per sfruttare le misure di Governo. La Cina, in termini di crescita, è sostanzialmente ai minimi storici dal 2009.
Louis Kujis, economista Rbs, spiega così il trend:
Il fatto che le esportazioni siano a livelli sufficienti e che la domanda interna sia più vivace di quella di beni immobili controbilancia il rallentamento generale. A meno che non si verifichi un nuovo rallentamento, ci aspettiamo che l’orientamento della politica del governo rimanga relativamente frenata. Meglio del previsto anche la produzione industriale, aumentata dell’8% tendenziale in settembre con una netta accelerazione rispetto al mese precedente e sopra le attese del mercato che erano per un +7,5%. Pubblicati oggi anche i dati sulle vendite al dettaglio, che hanno invece rallentato con un +11,6% su anno, sotto le attese dell’11,8% e in calo dal mese precedente (+11,9%).
Sulla falsa riga degli scambi orientali si afforzano anche i listini europei del giorno. Parigi, Francoforte, Milano e Londra sono al rialzo. Dall’altra parte del globo, però, le Borse sono deboli dopo i dati provenienti da Pechino. A Tokyo la seduta si è chiusa con un calo netto dopo che nella gironata di ieri è stato fatto registrare un +4%. Il Nikkei, l’indice dei 225 titoli guida, ha ceduto il 2,03% scendendo a 14.804,28 punti.