E’ una sensazione condivisa da molte persone quella di pensare di essere buggerati quando si acquista un immobile. In realtà l’atteggiamento propositivo di molte agenzie immobiliari non deve essere confuso con la truffa che arriva da ben altri personaggi: principesse e soldati. Ecco perché.
Gli operatori del settore immobiliare lavorano spesso onestamente anche se il fatto di avere come obiettivo la vendita di una casa, rende queste persone estremamente sfacciate nei modi. Ma sulla forma si può soprassedere. Non deve essere trascurata invece la sostanza dell’offerta perché è lì che si annida la truffa quando c’è. Gli approfittatori, da anni, usano come specchio per le allodole, due figure, quella del soldato americano e quella della principessa del Burkina Faso.
La truffa del soldato americano è architettata così: una persona dice di essere di ritorno da una guerra che l’America sta combattendo, ad esempio in Iraq e di avere per le mani un po’ di soldi confiscati ai terroristi, soldi che devono essere investiti ma siccome sono rintracciabili visto che è nelle forze armate, dichiara di voler investire nell’immobiliare. Promesso un pagamento con bonifico chiede all’intermediario di garantire le prime spese al suo posto. Poi scompare nel nulla.
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Cosa insegna questa esperienza truffaldina? Che prima di tutto non è bene pagare con bonifico prima che sia stato stipulato un contratto. Con il contratto alla mano, infatti, si può avere una ricevuta del pagamento e mettersi al riparto dalle truffe su grossi volumi di denaro. Il fatto di pagare il bonifico deve essere poi contestuale alla ricezione delle chiavi dell’immobile. Alcune persone spariscono con i soldi senza mai dare le chiavi della casa acquistata al malcapitato.
La principessa del Burkina Faso, invece, è una truffa pensata così: una principessa dice di essere in esilio e in attesa di investire all’estero per scappare ma essendo in esilio chiede di anticipare i costi all’agenzia. Poi la casa è venduta ma la persona sparisce. Da questa truffa si deve imparare ad essere cauti con gli investitori stranieri, verificando in modo incrociato l’identità dell’acquirente.