Sono giorni in cui l’intera filiera è sotto stretta osservazione. Le Piccole e medie imprese hanno sofferto di gran lunga la recessione negli ultimi sette anni e una su cinque (per un totale di tredicimila) ha chiuso mentre cinquemila hanno avviato una procedura fallimentare.
Il peggio sembra essere passato, ma prima di parlare di ricavi e margini bisognerà attendere sino al 2015-2016, biennio in cui il trend volgerà in positivo (pur senza sfiorare i livelli pre-crisi).
A fronte di queste considerazioni di carattere generale, c’è da osservare che le fiducia delle imprese è cresciuta durante mese di ottobre mentre quella dei consumatori scende. A rilevarlo è l’Istat, secondo cui vi è un discreto progresso del relativo indice.
Esso è salito a 89,3 punti rispetto agli 86,9 di settembre. Il rilevamento è riferito alle imprese di tutti i settori: manifatturiero, dei servizi, delle costruzioni e del commercio al dettaglio. L’Istat ha altresì aggiunto:
Ad ottobre la fiducia dei consumatori è scesa, con gli indici mensili sulla fiducia che sono passati in questo mese a 101,4 punti rispetto ai 101,9 di settembre. Uno studio condotto dalla Coldiretti/Ixe ha attribuito questo clima di sfiducia alle difficoltà degli italiani a farsi restare qualcosa in tasca dopo aver pagato le spese. Più della metà (56%) dei nostri concittadini ha cambiato drasticamente il proprio stile di vita con importanti rinunce, riducendo in consumi e preferendo accantonare le somme disponibili verso prodotti di risparmio, come conti deposito, buoni fruttiferi, libretti di risparmio o semplice versamenti in conti correnti.
Una diminuzione dei consumi influenza anche la domanda di beni e servizi, che a sua volta può condurre ad una riduzione degli investimenti e della produzione. Il dato sull’incremento della fiducia delle imprese, in questo panorama, passando dagli 86,9 punti di settembre agli 89,3 di ottobre, si presenta quasi come una sorpresa.