Banca Carige cerca un socio/acquirente per uscire dalla crisi e per rinvigorire il capitale a seguito del comprehensive assessment della Banca centrale europea. Gli amministratori cercano qualcuno che possa farsi avanti per conquistare il capitale della banca. Al momento non sono arrivate proposte da alcuno dei nomi che circolano con insistenza in questi giorni: menzioniamo il fondo Investindustrial di Andrea Bonomi (che risulta comunque molto interessato), la famiglia Malacalza (che studia il dossier con attenzione), i francesi di Credit Agricole, titolari di Cariparma e Carispezia (nell’ottica di un polo ligure). Sarà dunque necessario aspettare ancora qualche mese perché a svelare le carte sarà soltanto l’aumento di capitale, previsto nel 2015, che potrebbe oscillare da 500 fino a 650 milioni Saranno Castelbarco e Bonani ad alternarsi nell’analisi di un gruppo “bocciato” dalla Banca centrale europea non per la valutazione sui bilanci 2013 e primi nove mesi di quest’anno, bensì per gli scenari futuri. L’Eurotower infatti teme un ulteriore peggioramento della crisi dinanzi alla quale una Carige “stressata” sarebbe ancora troppo fragile per risalire la china. Da qui, sorge la necessità di rafforzare ancora di più il patrimonio del gruppo mettendo nelle casse altri 814 milioni. Si tratta di una cifra pesantissima, dopo averne già chiesto 800 a luglio agli azionisti, in gran parte piccoli risparmiatori di una città piegata dalla crisi e ferita dalla recente alluvione. Intanto, Castelbarco spiega:
La recessione è devastante per tutti, ma queste sono le regole, possiamo solo adeguarci. Il percorso è delineato da qualcuno che sta sopra di noi. E noi dobbiamo continuare a muoverci nell’interesse generale della Banca, degli azionisti, dei correntisti, dei clienti, di Genova e della Liguria.