L’economia italiana in contrazione per il terzo anno di fila. La ripresa, secondo la Commissione Europea, non arriverà prima del primo semestre del 2015. E dovrà contare sull’evoluzione della domanda dall’estero.
Appare dunque rigido ma coerente con quello formulato dai principali osservatori nazionali e non il giudizio proveniente dalla Commissione europea. Le stime d’autunno sono state rese note nella mattinata di ieri e conducono a un -0,4% dall’ormai datatissimo +0,6% dell’aprile scorso la proiezione sul prodotto interno lordo di quest’anno. Ridotta l’aspettativa sulla crescita 2015, diminuita a 0,6% da 1,2%, mentre la prospettiva sul 2016 è pari all’1,1%.
Agevolato dal deprezzamento del cambio, il progresso della domanda estera dovrebbe facilitare la ripresa degli investimenti in beni strumentali. Parallelamente, il comparto delle costruzioni dovrebbe ripartire con una maggiore latenza. I consumi, secondo la Commissione, trarranno invece vantaggio dalle misure di stimolo contemplate dal disegno della Legge di Stabilità.
Per quanto riguarda il 2014 la Nota di upgrade al Def di ottobre ha portato la stima del governo sul Prodotto interno lordo annuale -0,3% da +0,8%.
I tecnici della Commissione, intanto, sono stati chiari in relazione alle modalità di ripresa e alle tempistiche della stessa, scrivendo quanto segue all’interno del loro sommario che apre il breve capitolo dedicato alla situazione del nostro Paese:
L’economia dovrebbe tornare a espandersi all’inizio del prossimo anno, quando il miglioramento della domanda estera dovrebbe guidare una ripresa che resta fragile. Prevedibile che l’inflazione resti contenuta ma leggermente positiva nel 2015, complice il rincaro dei prezzi import. Il deficit dovrebbe portarsi quest’anno a 3% del Pil per poi calare a 2,7% nel 2015, mentre a livello di saldo strutturale la posizione appare sostanzialmente invariata.