Nell’inchiesta trimestrale sul mercato delle abitazioni condotta in modo congiunto da Banca d’Italia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate, c’è un quadro del settore immobiliare nostrano. Evidenziamone alcuni aspetti.
Nel terzo trimestre del 2014 la quota di agenti che hanno riportato un calo dei prezzi è dominante e c’è anche una riduzione del gap tra prezzo della domanda e prezzo dell’offerta. Gli operatori del settore hanno quindi rinunciato a parte del loro pessimismo valutando bene quel che sta succedendo nell’immobiliare dove si attende anche un nuovo calo dei prezzi. E partiamo proprio dai prezzi delle abitazioni indicati nel sondaggio cui hanno partecipato 1395 agenzie immobiliari.
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Il saldo tra le quote di operatori che segnalano un aumento dei prezzi di vendita è calato dal 65,2 al 61,7 per cento nelle aree urbane e metropolitane mentre nelle aree non urbane e non metropolitane è aumentato lievemente dal 66,3 al 66,7 per cento. Invariata la quota degli operatori che ritiene che il prezzo degli immobili sia rimasto stabile.
Per quanto riguarda il numero di compravendite è calata la quota degli agenti che dicono di aver venduto almeno un’abitazione: si è passati dal 68,1 aò 64,4 per cento. Questo calo è probabilmente legato alla stagionalità del trimestre attivo.
Sugli incarichi a vendere si nota una stabilità nelle giacenze degli incarichi. In genere si spiega che la cessazione dell’incarico c’è quando il divario tra prezzi di domanda e offerta resta incolmabile. Molti operatori comunque ritengono che oggi si percepiscano i prezzi delle case troppo altri e la disponibilità di spesa ancora troppo bassa. Purtroppo sembra in crescita la percentuale di agenzie che dicono che la decadenza dell’incarico è legata alla difficoltà di reperire il mutuo. Il panorama in tal senso sta cambiando perché le banche sono molto più disponibili che in passato a concedere mutui.