Conviene comprare casa all’asta?

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Il mercato della casa risente della recessione anche per mancanza di mutui, ma sta guadagnando terreno una forma nuova di acquisto degli immobili: si tratta delle aste giudiziarie.

In verità e aste esistono da sempre ma fino a pochi anni fa era come se non ci fossero. A gestire il loro business erano in passato associazioni mosse da interessi ambigui.

La crisi economica (purtroppo) ha messo sul lastrico sempre più persone e moltiplica le aste giudiziarie facendo anche abbassare i prezzi di aggiudicazione. Lo sconto medio fra la valutazione iniziale del perito del tribunale e il prezzo finale era del 15% nel 2007 (ultimo anno pre-crisi) ma via via è salita al 30% nel 2010 e al 45% nel 2012. C’è una certa variabilità geografica: sulle Isole e in Calabria lo sconto arriva al 55%, mentre al Nord e in generale nelle grandi città, inclusa Roma, si scende al 35% grazie alla presenza di mercati più liquidi.

In ogni caso si tratta di un affare per chi acquista, e il buon funzionamento delle aste giudiziarie aiuta anche i creditori a recuperare una parte significativa dei loro soldi. Quando invece il sistema produceva vendite per un tozzo di pane, veniva a mancare un elemento (il recupero efficace dei crediti) finalizzato al buon andamento di un’economia di mercato.

Ma come funziona?

In due parole, e semplificando all’osso, il sistema delle aste è questo: si parte dal valore della perizia e poi ci sono i rilanci, ma spesso la gara va deserta, allora il giudice abbassa il valore della base d’asta (e può abbassarlo fino al 25%) dopodiché si passa a una nuova fase di rilanci. Nel 2007 con un mercato normale si era raggiunto un buon equilibrio tra il prezzo iniziale presunto e quello finale di aggiudicazione (lo sconto del 15% di cui sopra), adesso la crisi ha di nuovo divaricato i valori. Male per i creditori, ma bene per i potenziali acquirenti.

 

 

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