Il Governo sta preparando da tempo la strada per alcune riforme strutturali, in grado di risollevare l’Italia e traghettarla fuori dal lungo periodo di crisi che affligge le sorti del nostro Paese ormai da moltissimi anni.
Riforme che necessitano di numerose modifiche e che nel contempo dovrebbero portare numerose modifiche. La quantità degli emendamenti contemplati nella Legge di Stabilità ne è la prova lampante. Una delle prime attività annunciate da Matteo Renzi, sin da prima del giorno del suo fatidico insediamento al posto del Premier uscente Letta è stato il Jobs Act: la riforma del lavoro tiene banco, fa discutere, acquisisce quotidianamente detrattori ed estimatori.
Ad esperimersi su di essa ci sono i sindacati, che non hanno la benchè minima intenzione di approvarla e che il 5 dicembre prossimo scenderanno nelle piazze per uno sciopero di otto ore indetto dalla Cgil. Dall’altro lato, approvando le idee del Premier e dell’esecutivo da lui guidato ma restando in disparte e attenti a ogni passo compiuto, c’è Confindustria. Squinzi e i suoi hanno dato tacitamente l’appoggi all’ex Sindaco di Firenze.
I lavori, intanto, vanno avanti.
In giornata, è toccato al presidente del Business Europee, Emma Marcegaglia, durante l’assemblea generale Copres, organizzata da Confindustria nell’ambito della presidenza italiana del Consiglio europeo, esprimersi in merito:
Bisogna continuare con riforme strutturali. Il governo sta approvando riforme importante come la riforma del lavoro che rappresenta un cambiamento importante. Spesso le riforme strutturali sono difficili da capire per i cittadini. Noi contiamo” su quella del lavoro sulla sua forza e la sua energia per rilanciare la competitività e riforme strutturali, anche dopo presidenza italiana.