All’interno dell’ultima relazione trimestrale di Ubi Banca, risalente al 30 di settembre, era scritto che in corso ci sono una serie di accertamenti di natura ispettiva da parte della Banca d’Italia.
Accertamenti di sistema che, pare, siano stati programmati già da molto tempo e che sono riguardanti i principali istituti di credito italiani. Banca d’Italia sta vigilando dunque sulle politiche di remunerazione e di incentivazione, così da comprendere se esse siano o meno capaci di stare alle regole.
Per quanto concerne Ubi Banca, istituto che in qualche modo ha fatto la “spia”, l’indagine è partita lo scorso tre ottobre, poco prima degli stress test promossi dalla Banca centrale europea. Da essi, la Banca Popolare lombarda è venuta fuori a galla con un surplus di capitale di 1,76 miliardi, considerando tutte le misure di rafforzamento patrimoniale introdotto nell’anno in corso.
Gli esperti affermano:
L’ispezione su stipendi e bonus (si presuppone siano nel mirino dell’authority consiglieri di amministrazione e prime linee) è, al momento, ancora in corso, mentre Ubi attende di conoscere l’esito dell’attività di verifica, pertanto già conclusa, condotta da Bankitalia in materia di “trasparenza e correttezza nei rapporti con la clientela”, tema in relazione al quale, la scorsa estate, Palazzo Koch ha già multato con 10mila euro a testa il direttore generale della Banca regionale europea e quello di Banca popolare commercio e industria. La Popolare guidata da Victor Massiah aspetta, inoltre, i risultati della procedura sanzionatoria avviata da Banca d’Italia, con comunicazione del 20 marzo 2014, nei confronti di esponenti ed ex esponenti di Prestitalia, che comunque lo scorso maggio hanno presentato le proprie controdeduzioni.