Dopo un buon rally durante le ultime sei sedute, con i guadagni più alti da tre anni a questa parte in brevissimo tempo, il rublo si è fermato nuovamente.
A metà giornata la divisa russa è scesa a 45,25 contro il dollaro, cedendo lo 0,6%. Questo repentino cambiamento del trend è stato causato dall’imminenza del vertice OPEC che si terrà giovedì. Su questo meeting c’è una sorta di scetticismo da parte del mercato. Saranno capaci i produttori di dare un taglio alla produzione per stimolare i costi del petrolio al rialzo?
La volatilità del rublo, dunque, sarà elevata almeno fino a giovedì. Poi sarà necessario conoscere l’esito del vertice OPEC.
Inoltre, il ministro dell’Economia russo, Anton Siluanov, ha dichiarato che la Russia non ha ancora deciso se tagliare la produzione, dopo che il quotidiano economico Kommersant aveva osservato il calo programmato di 300 mila barili al giorno. Ma il ministro, che incontrerà i membri dell’OPEC, prima del meeting, ha dichiarato che la Russia farà la sua parte, mantenendo stabile la produzione tra 505 e 520 milioni di tonnellate per l’anno prossimo, corrispondenti a poco oltre i 10 milioni di barili al giorno. Nel 2014, essa ammonterà in tutto a 525 milioni di tonnellate.
Secondo Siluanov, le pesanti multe finanziarie imposte da Stati Uniti e Unione europea alla Russia, successivamente alle tensioni geo-politiche sul caso Ucraina, provocheranno quest’anno un deflusso di capitali di 40 miliardi di dollari, mentre il decremento del prezzo del greggio del 30% provocherebbe un’ulteriore riduzione dei capitali esteri in entrata per 90-100 miliardi. In tutto, quindi, Mosca stima deflussi di capitali per 130-140 miliardi di dollari, più del doppio dei 61 miliardi dello scorso anno.
Nel contempo, la Banca di Russia ha tagliato a 200 milioni di dollari i prestiti a un giorno alle banche, in modo da far fluire sui mercati meno liquidità, che potrebbe essere convertita in dollari, accelerando il deprezzamento del rublo. Il ministro Siluanov ha aggiunto nei giorni scorsi che nel 2015 si potrebbe giungere a uno stop completo di prestiti in rubli e dollari. La valuta russa ha perso dall’inizio dell’anno il 27%.