Ubi Banca ha dichiarato nella giornata di ieri di aver raggiunto un accorto quadro con i sindacati in relazione al personale. L’accordo prevede 500 esuberi (il 3% del totale) nei primi mesi del 2015 e l’inserimento di 150 nuove risorse nel biennio 2015-2016. L’accordo ha il fine di sostenere il ricambio generazionale e sostenere le politiche in tema di occupazione giovanile, oltre che la stabilizzazione di 130 rapporti di lavoro temporaneo già in essere.
Complessivamente, tali interventi consentiranno un risparmio a regime di circa 50 milioni di euro annui, in buona parte conseguibile già dal 2015, mentre gli oneri una tantum relativi agli esodi (che saranno contabilizzati interamente nel quarto trimestre di quest’anno) sono stimati in circa 110 milioni.
Per gli analisti di Equita questa operazione avrà un effetto positivo del 7% sull’utile 2015 e 2016 e il focus sul taglio dei costi deve diventare una priorità per la banca lombarda, visto che oltre due terzi del portafoglio prestiti è rappresentato da crediti a medio e lungo termine, esponendo il gruppo a uno scenario di tassi a breve sfavorevole più della media delle altre popolari.
Nel contempo, l’entità dei risparmi derivante dall’operazione non è trascurabile e il rischio di esecuzione è molto basso perché gran parte degli efficientamenti saranno realizzati nel prossimo anno. Per gli analisti della sim il passo successivo dovrebbe essere il superamento del modello federale con un’integrazione delle varie banche reti.
Per ora Equita ha confermato la visione cauta sul titolo (rating hold e prezzo obiettivo a 6,6 euro), poiché tratta a premio rispetto ai multipli di settore con un prezzo/tangible equity di 0,78 volte contro 0,69 volte, ma non ha escluso la possibilità di un re-rating di breve.
Anche per Kepler Cheuvreux (hold e prezzo obiettivo a 6,20 euro) l’azione è cara in confronto ai competitor con un conseguente potenziale di rialzo limitato del 2%. Il broker ha tagliato la stima di utile netto di quest’anno da 206 milioni a 168 milioni di euro, ma ha alzato dello 0,4% quella del prossimo biennio, mentre ha limato i costi attesi nel 2015-2016 dello 0,1%. La stima sul dividendo è rimasta invariata a 0,08 euro corrispondente a un payout del 42%.