Il reddito minimo garantito, a sentire chi si occupa di statistica, praticamente manca soltanto nel nostro Paese dove si parla da anni di questo istituto senza però arrivare ad una conclusione. Eppure di proposte ce ne sono parecchie e il Parlamento sembra disponibile ad accogliere le richieste che arrivano dalla popolazione civile. E allora perché non si va avanti?
Da anni nel nostro Paese si parla di reddito minimo garantito, forse possiamo azzardare che sia uno degli argomenti più discussi in parlamento. Il problema è che a parte le discussioni non ci sono dei processi legislativi che vanno nella direzione di questo istituto. Purtroppo la crisi economica ha aggravato le condizioni finanziarie delle famiglie e sempre più spesso si ritiene che sia importante avere almeno un reddito minimo garantito.
> Il reddito minimo garantito, chi lo può richiedere
L’ISTAT ha dimostrato che all’aumentare del tasso di disoccupazione corrisponde un aumento della povertà relativa famigliare in Italia. Visto che si tratta di una necessità sociale evidente, anche l’Europa chiede all’Italia di fare una riforma per dare a tutti il reddito minimo garantito. In fondo, oltre all’Italia soltanto la Grecia non è ancora approdata ad una normativa sullo stesso argomento.
Dove il reddito minimo garantito esiste, funziona anche molto bene e il rapporto tra reddito minimo garantito e reddito medio del Paese arriva ad essere intorno al 30-40 per cento. Se qualcuno può pensare che questo non sia vero, basta portare un’altra statistica: i Paesi dove il rapporto reddito minimo garantito/reddito medio è basso, sono anche i Paesi in cui il rischio povertà è minimo, per esempio la Danimarca, il Lussemburgo e i Paesi Bassi.
A livello europeo l’indicazione per una riforma è chiara: bisogna inserire il reddito minimo garantito nei provvedimenti di lotta contro la povertà e a favore dell’inclusione sociale.