Un’alimentazione sana a basso impatto ambientale. Un’alimentazione ecologically correct. Con questa strategia Barilla prova a raddoppiare il fatturato.
La sostenibilità consiste nel soddisfare la domanda e i gusti alimentari odierni. Senza, tuttavia, compromettere la possibilità delle future generazioni di fare altrettanto.
L’industria pastaia si sta adeguando ai trend e al crescente salutismo, ma solo alcune big si preoccupano anche di proteggere l’ambiente durante tutto l’iter produttivo a cominciare dai campi.
Tra queste, senza dubbio, c’è Barilla. Paolo Barilla, vicepresidente del gruppo e capo dell’Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiana, organizza annualmente un incontro degli stakeholder dedicato allo sviluppo sostenibile.
Barilla ha l’ambizione di ridurre il proprio impatto sul pianeta. Perché? L’analisi degli scenari relativi al cibo e alla nutrizione sottolineano alcuni paradossi insostenibili.
Per ogni persona malnutrita ce ne sono due sulla terra che sono obese o che sono in sovrappeso. Un terzo della produzione alimentare del pianeta è destinato alla nutrizione del bestiame. Una quota crescente di terreni agricoli è destinata alla produzione di biocarburante, ovvero è destinata ad alimentare le automobili e non le persone. Ogni anno, dunque, vengono sprecate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ancora commestibile e 868 milioni di persone contestualmente soffrono la fame.
Con la sostenibilità, Barilla punta a crescere e perseguire l’ambizioso obiettivo di raddoppiare il fatturato entro sei anni. In questo è racchiuso un nuovo modello di riferimento. I cibi dei quali viene suggerito un consumo maggiore sono anche quelli che preservano al meglio il pianeta. Si procede verso una dimensione alimentare che sostiene la dimensione ambientale. Questi sono, dunque, gli obiettivi dell’azienda.