Che fine hanno fatto gli interventi per i tagli alla spesa pubblica tracciati da Carlo Cottarelli? L’ex commissario ai tagli, nominato dal Governo Letta, aveva pronosticato la prospettiva di risparmio della sua manovra arrivando a programmare un piano che avrebbe consentito un taglio pari a trentaquattro miliardi di euro.
Ad oggi, tuttavia, la Spending Review firmata Cottarelli è avvolta dal mistero, come spiegano gli esperti:
D’altra parte, il destino dei tagli allo spesa pubblica, o meglio della revisione complessiva della gestione dei costi dello Stato, è appeso alla sopravvivenza dei governi. Commissioni e commissari hanno bisogno della massima fiducia dell’esecutivo per portare a termine il loro lavoro. E con lo scioglimento del governo Letta, sembrano essersi dissolte anche le speranze di risparmio legate alla spending review di Cottarelli, di fatto cacciato da Matteo Renzi. Non è un caso che con la breve vita dei governi italiani, anche i buoni propositi di contenimento dei costi non fanno altro che susseguirsi. Almeno dal 2007, quando l’allora ministro dell’Economia, Tomaso Padoa Schioppa, annunciò l’ennesimo ‘Avvio del progetto di Spending Review’: “So bene – disse – che per alcuni questo può apparire un altro tentativo che segue i molti già fatti in passato, ma io ripenso a una frase di Altiero Spinelli secondo cui ‘la qualità di un’idea si rivela dalla sua capacità di rinascere dai propri insuccessi'”.
Neanche questa consapevolezza è bastata a invertire la rotta. Eppure il piano del governo Prodi era semplice, partiva dall’idea di spendere meglio, perché vuol dire risolvere il problema dello stallo della produttività in quella parte amplissima dell’economia che è il settore pubblico.