I principali mercati europei hanno provato a consolidare il rimbalzo della vigilia in scia alla diminuzione netta delle tensioni tra la Grecia e l’Eurozona, proprio mentre il premier Alexis Tsipras e il ministro dell’Economia, Yanis Varoufakis, stanno continuando il loro tour tra le capitali per cercare sostegno alla causa greca.
Nella giornata di ieri i due esponenti del governo greco sono sbarcati a Roma per incontrare Matteo Renzi.
Atene ha dichiarato esplicitamente che non vuol più trattare con la Troika, gli ispettori di Ue, Bce e Fmi che hanno dettato condizioni lacrime e sangue in cambio degli aiuti. E stando a quanto si evince dalla stampa tedesca, in seno alla Bce si sta ragionando della possibile uscita dalla Troika stessa: oggi i funzionari ne potranno parlare direttamente con Varoufakis, che arriva in mattinata a Francoforte. In ogni caso, la sensazione che prende piede è che le parti vogliano evitare uno scontro. Pesa positivamente sui mercati anche il piano economico per il 2016 presentato ieri dagli Stati Uniti: il presidente Barack Obama, ha annunciato una finanziaria da 4mila miliardi di dollari a sostegno della classe media.
La situazione resta comunque delicata, con l’Italia tornata nuovamente in deflazione; nel frattempo nell’Eurozona i prezzi alla produzione industriale sono diminuiti dell’1% a dicembre (stesso risultato della Ue).
Negli Stati Uniti, nel frattempo, si guarda all’indice manifatturiero dello Stato di New York. A beneficiare delle tensioni internazionali è comunque la Germania la quale fa registrare una nuova picchiata del rendimento del Bund sceso per la prima volta sotto quello del decennale giapponese: il titolo tedesco rende lo 0,34%, mentre quello nipponico lo 0,35%. Lo spread con i Btp italiani è stabile poco sopra 120 punti, mentre il debito italiano viene scambiato sul mercato secondario con un tasso dell’1,58%.
Il buon trend dei tassi d’interesse si è tradotto per le casse dello Stato in un avanzo del settore statale a gennaio pari a circa 3.400 milioni (gennaio 2014 si era chiuso per il Mef con un deficit di 566 milioni). L’euro chiude al top da due settimane sul biglietto verde a 1,1460 e avanza a 134,80 yen.