Quello che era stato anticipato nelle scorse settimane adesso è legge: per la gestione degli investimenti collegati ad un fondo pensione, i fondi stessi non potranno più utilizzare soltanto il rating delle agenzie private ma dovranno consultare altri strumenti che possono ridurre il rischio di affrontare un investimento erroneo. Ecco come cambieranno le cose.
Una direttiva europea, la 2013/11/UE, è stata finalmente recepita dall’ordinamento italiano che ha spiegato come il giudizio espresso dalle agenzie di rating su titoli e prodotti finanziari non possa essere l’unico metro di valutazione dei fondi pensione per la scelta degli investimenti da fare. Un decreto legislativo ha recepito la direttiva ed è stato approvato lo scorso 10 febbraio 2015 dal Consiglio dei Ministri.
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Con questa nuova indicazione si ottiene una maggiore tutela per i consumatori che investono nei fondi pensione. In tutti i fondi pensione, infatti le disposizioni indicate si applicano:
- agli enti pensionistici aziendali e professionali,
- a tutti i fondi pensione,
- ai gestori di organismi di investimento collettivo in valori mobiliari,
- ai fondi di investimento alternativi.
Quello che l’Europa ha messo nero su bianco è un concetto molto semplice: quando si riesce a limitare l’uso automatico dei livelli di rating come parametro fondamentale per la decisione di un investimento da parte di un fondo, gli investimenti sono maggiormente oculati e si limitano le perdite. Le procedure di rischio, infatti, più vincolanti, aumentano l’appeal dei fondi pensione rispetto ai risparmiatori italiani.
Sul lungo periodo l’obiettivo è quello di sensibilizzare il maggior numero di stati sui rischi che corrono affidandosi soltanto alle agenzie di rating e costruire un mercato europeo dei fondi pensione con delle regole uniformi e con garanzie adeguate anche sul fronte della trasparenza e della gestione del rischio.
Il mercato dei fondi pensione tra l’altro, è importante per il nostro Paese dove rappresenta un pilastro del sistema previdenziale.