I minibond sono dei titoli obbligazionari, delle cambiali finanziarie che possono essere emessi anche dalle PMI per avere un capitale maggiore da investire nel futuro dell’azienda. Prima l’accesso ai minibond era limitato, adesso è stato sdoganato.
Il boom dei titoli obbligazionari e delle cambiali finanziarie c’è stato tra il 2012 e il 2013 quando la legge ha previsto che questi strumenti potevano essere usati anche dalle piccole e medie imprese. Nel 2014 è stato istituito anche l’Osservatorio sui Mini-Bond per capire quali sono le dinamiche della filiera dei mini bond.
Oggi possono usare questi strumenti sia le società quotate in borsa, sia quelle in borsa non ci sono fino ad un massimo di 500 milioni di euro. Anche ai minibond sono state estese l’operatività e la semplificazione del Fondo Centrale di Garanzia.
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In Italia ci sono ad oggi 86 imprese che si servono di questo strumento e che hanno collocato sul mercato dei mini bond. Di queste, 34 sono delle PMI ma ci sono anche società per azioni, società a responsabilità limitata e cooperative. Naturalmente ci sono anche società quotate in borsa, 12 imprese per la precisione.
Il dato interessante è che il 14% delle imprese che emettono oggi mini bond non lo facevano prima che fosse emanata la legge ad hoc. E perché si dovrebbero usare i mini bond? Per due motivi fondamentali: per finanziare la crescita interna dell’azienda oppure (come capita spesso in questo periodo), per ristrutturare la passività interna. A frenare la diffusione degli strumenti c’è una scarsa consapevolezza del loro uso. Sono stati fatti dei notevoli passi avanti ma il cammino è lungo.