Quanto potrebbe valere, in Italia, una tassa sulle transazioni finanziare? Secondo uno studio condotto dal The German Institute for Economic Research quanto i risparmi il piano di allentamento proposto dalla Bce garantirà sulla spesa per interessi.
L’istituto tedesco ha il merito di andare in profondità e analizzare nel dettaglio i profili di gettito fiscale derivanti dalla Tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) europea e dice che raccoglierebbe in Italia tra i 3 e i 6 miliardi di euro su base annua:
Risorse vitali che l’Italia potrebbe impiegare sul versante della lotta alla povertà a livello nazionale ed internazionale. Bisogna ricordare che l’Italia, con il governo Monti, ha già introdotto una sua forma di tassazione delle transazioni finanziarie, insieme alla Francia. La cosiddetta “Tobin Tax” all’italiana si applica ai trasferimenti di proprietà di azioni e strumenti partecipativi emessi da società residenti nel territorio dello Stato. L’andamento del gettito di questo balzello è stato fortemente deludente, come hanno riconosciuto le stesse strutture di Bankitalia nei mesi recenti. Motivo per cui i detrattori della tassa, che è proposta per colpire chi fa transazioni frequentissime e speculative ma non chi investe ‘a lungo periodo’, spiegano che a conti fatti è inefficiente e danneggia solo il normale funzionamento del mercato finanziario.
C’è da aggiungere che le stime sul gettito della TTF sono strettamente connesse alla sua architettura che gli undici Paesi Ue aderenti alla cooperazione rafforzata andranno ad adottare, come sottolineano i sostenitori della campagna. Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna da molto tempo hanno allo studio la misura, ma i negoziati si sono sempre risolti in un nulla di fatto. Bisognerà vedere quali strumenti finanziari verranno inseriti nella base imponible, come verranno concepite le esenzioni e modulate le aliquote.