Qualcosa, probabilmente, sta cambiando realmente da qualche tempo a questa parte.
Durante i primi mesi dell’anno “si rafforzano i primi segnali positivi per l’economia italiana, all’interno di un quadro ancora eterogeneo”. Così l’Istat nella nota mensile traccia il quadro della situazione italiana, proprio nel giorno in cui è emersa una netta battuta d’arresto nel recupero del mercato del lavoro,con il tasso di disoccupazione in crescita al 12,7% a febbraio. “Il continuo miglioramento delle opinioni di consumatori e imprese non trova un pieno riscontro nelle informazioni sui volumi produttivi”, spiega ancora l’Istituto. In effetti, gli osservatori notano come le indagini qualitative, per esempio quelle sulla fiducia dei consumatori e delle imprese, siano molto più ottimistiche di quanto non dicano all’effettivo i dati reali.
Aggiunge poi l’Istat:
Tuttavia, a gennaio, nel manifatturiero la quota di settori in espansione si conferma su valori prossimi al 60%. Il mercato del lavoro presenta ancora segnali contrastanti, pur in presenza di un aumento delle ore lavorate nel quarto trimestre 2014. Il processo di deflazione si è stabilizzato. Nel complesso, l’indicatore anticipatore dell’economia italiana permane su livelli positivi, supportando l’ipotesi di un miglioramento dell’attività economica nel primo trimestre.
A ben vedere, pertanto, i primi timidi segnali di ripresa di cui si parlava da parecchi mesi sono in circolo. Il merito? Del governo o dell’iniezione di fiducia offerta dall’avvio del piano quantitativo della Bce? Arduo offrire una risposta in questo momento. Certo è che i prossimi mesi saranno forieri di nuove e, si spera positive, novità da tenere d’occhio. Tutto, o molto, dipenderà per l’Italia dall’andamento complessivo della macro-economia in tutta l’Eurozona.