L’Anas e Pietro Ciucci hanno deciso di dirsi addio a seguito di un periodo di tensioni, cedimenti strutturali della rete di strade tricolori e numerose polemiche.
Il presidente dell’ente gestore della rete stradale e autostradale di interesse nazionale ha incontrato in mattinata, alla sede del ministero a Porta Pia, il neo-ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, comunicandogli la sua intenzione di rimettere l’incarico di consigliere e di presidente a partire dall’assemblea degli azionisti per l’approvazione del bilancio 2014, che verrà convocata a metà maggio. La decisione – si legge in una nota dell’Anas – è stata presa “in segno di rispetto per il nuovo ministro al fine di favorire le più opportune decisioni in materia di governance di Anas”. Una decisione “condivisa e molto apprezzata”, commentano al Mit subito dopo l’incontro. Un incontro che viene raccontato come “molto franco” in cui il governo ha chiaramente lasciato intendere che un passo indietro di Ciucci sarebbe stato gradito.
L’Anas è al centro di grandi discussioni e critiche, particolarmente negli ultimi giorni, tra il suo nome spuntato nelle carte delle inchieste sulla corruzione e i cedimenti strutturali delle strade.
Sul primo frangente, lo stesso Ciucci ha recentemente precisato in un’intervista a Repubblica: “Oggi questa azienda non ha niente a che fare con le tangenti. Siamo citati in tre paginette su 268, ma non ci sono fatti corruttivi, solo telefonate intercettate”, commentando l’indagine ‘Sistema’ sulla corruzione nelle grandi opere. In quei giorni, Ciucci ha detto di non aver nulla da nascondere e ha annunciato un suo addio nel corso del 2016.
L’ultima criticità della rete stradale italiana, stando al fronte caldo, ha riguardato la Sicilia: è stato chiuso il tratto di autostrada che collega Palermo con Catania per il cedimento di un pilone, a causa di una frana, con i danni derivati dal fatto che l’isola è rimasta tagliata in due. La struttura in cemento dovrà essere rimossa e i lavori potrebbero durare anni.