Sono probabilmente le due icone principali del consumo nei propri settori di competenza per quanto riguarda gli States e non solo.
Entrambi stanno attraversando un momento no. Quello da poco terminato è stato un trimestre difficile per Coca Cola e McDonald’s. Entrambi i brand sotto pressione per il cambio nello stile di vita degli americani e più in generale nei paesi più industrializzati.
E così Coca-Cola ha concluso il primo trimestre con un utile in calo del 4% a 1,56 miliardi di dollari, andando però oltre le stime degli analisti. I ricavi, invece, sono saliti dell’1%, con le vendite di Coca-Cola in aumento dell’1%, quelle di Coca-Cola Zero del 5% e quelle di Coca-Cola Light calate del 6%. Il gruppo è nelle “fasi iniziali” della sua spinta per andare incontro alla domanda dei consumatori che cambia, e “riteniamo di avere le giuste strategie in atto per accelerare la crescita. Ma il 2015 è un anno di transizione e le iniziative annunciate – afferma l’ad Muthar Kent – richiederanno tempo per materializzarsi fra l’incertezza e il contesto macroeconomico volatile”.
La strade è tutt’altro che in discesa anche per McDonald’s: durante primo trimestre l’utile netto del colosso Usa del fast food è sceso del 32% a 811,5 milioni, o 84 centesimi per azione, da 1,2 miliardi, 1,21 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno precedente. Il calo è peggiore delle attese degli analisti ferme a 1,06 dollari per azione. A pesare sulla performance sono l’effetto negativo sul mercato dei cambi e le spese di ristrutturazione. I ricavi sono diminuiti dell’11% a 5,96 miliardi di dollari, in linea con le stime del mercato, con le vendite same-store (vale a dire dei ristoranti aperti da almeno un anno) che sono scese del 2,3%.