Il Boston consulting group supporta il processo di sviluppo delle banche popolari e confida nell’effetto benefico che esse avranno sulla redditività del comparto bancario.
In uno studio pubblicato oggi dalla società di consulenza si stima infatti che la redditività operativa (misurata dal Rote) delle undici banche coinvolte nella trasformazione in spa passerà da -4,1% del 2014 ad un più 10,5% grazie al consolidamento del settore (e senza considerare la possibile realizzazione di una bad bank), con un miglioramento quindi di 15 punti base. La voce da cui verranno i benefici maggiori sarà il miglioramento del costo del rischio, che nel medio termine dovrebbe assestarsi a circa 70 punti base rispetto ai 247 del 2014 (ovviamente anche grazie alla ripresa della congiuntura).
I risparmi sui costi operativi, secondo il Boston Consulting Group, faranno la parte del protagonista: sono attesi tagli per 1,3-1,8 miliardi pre tasse (1 miliardo netto), cioè il 10-15% della base costi delle popolari, più di quanto era avvenuto nelle precedenti ondate di aggregazioni, quando i risparmi complessivi erano stati nell’ordine del 10-12%. Più contenuto l’impatto derivante dall’aumento dei ricavi, che potrebbero crescere di 400-600 milioni pre tasse, cioè del 2,5% rispetto ai ricavi 2014. La voce comunque avrà meno importanza nei processi aggregativi, anche perché vanno considerate le possibili dis-sinergie (per esempio la possible perdita di clienti).
Il taglio delle filiali
Osservando più da vicino il capitolo risparmi, quasi la metà (il 40-50%) è atteso dalla razionalizzazione delle reti e più in particolare dalla chiusura degli sportelli, che rappresenterà i due terzi di questa voce. Le sovrapposizioni nelle reti dovrebbero portare a tagliare il 10-15% delle filiali: per le aggregazioni più attese si tratta di circa mille sportelli.