L’emissione delle pensioni afferenti i dipendenti pubblici grava per un totale che supera i 65 miliardi sull’Inps.
Si tratta di soldi che sono in gran parte legati a dipendenti ex statali e maschi: l’assegno delle donne, che pure in numero sono superiori, è molto più leggero. Forti anche le differenze tra categorie: al settore sanitario vanno trattamenti, in media, che superano di tre volte quelli degli insegnanti.
A dirlo è l’Osservatorio dell’Istituto, secondo il quale al 1 gennaio 2015 le pensioni nell’ambito della Gestione Dipendenti Pubblici sono 2.818.300, lo 0,16% in più rispetto a quelle vigenti al 1 gennaio 2014. “La spesa complessiva ammonta a quasi 65 miliardi di euro, in aumento dello 0,75% rispetto all’anno precedente”.
Dall’indagine sui dati relativi alle singole Casse, aggunge l’Inps, emerge che il maggior numero di pensioni, 1.677.746, è a carico della Cassa Trattamenti Pensionistici dipendenti Statali (CTPS), seguita dalla Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali (CPDEL), con 1.054.013 pensioni erogate, dalla Cassa Pensioni Sanitari (CPS), con 68.540, dalla Cassa Pensioni Insegnanti (CPI), con 15.095, e dalla Cassa Pensioni Ufficiali Giudiziari con 2.906 trattamenti pensionistici (CPUG). Anche in termini di peso finanziario, si sente maggiormente l’incidenza degli statali: la spesa delle pensioni della CTPS è di 40,8 miliardi, pari a circa il 63% del totale, mentre quella per la CPDEL è di 21,1 miliardi (31%). Il restante 6% della spesa, pari a quasi 4 miliardi, risulta suddivisa fra le altre tre Casse.
L’importo medio lordo mensile delle pensioni emesse è pari a 1.772,9 euro. L’importo medio è più alto per gli uomini, 2.175,1 euro contro i 1.486 euro delle donne. Queste ultime rappresentano il 58,4% del totale dei pensionati ma percepiscono, in media, una pensione di importo pari al 68,3% di quella dei maschi.