Uber, celebre app che ha mandato in crisi i tassisti di tutto il mondo, è alla ricerca di un finanziamento pari a un miliardo di dollari dalle banche di investimento.
Questa mossa sovente è il preludio alla preparazione per un’Initial public offering, la quotazione in Borsa. L’approdo sui listini non sarebbe tuttavia imminente e al più presto sarebbe il prossimo anno. D
Diverse banche sarebbero state contattate e la linea dovrebbe essere offerta da sei-sette istituti.
Il quotidiano della Piazza finanziaria Usa ricorda che Uber esce da una serie di finanziamenti da parte di investitori privati, fuori dal mercato, che sono spie di un possibile processo di quotazione. Ad ogni giro di raccolta di capitali, per altro, l’app contestatissima dai tassisti e dai regolatori ha visto lievitare la sua quotazione: è di poche settimane fa la notizia che la società californiana, di base a San Francisco, ha avviato un nuovo giro di finanziamenti da 1,5 miliardi. In quell’occasione, le solite fonti bene informate hanno detto all’agenzia Bloomberg che sulla base della nuova valutazione il valore della società è da aggiornare a 50 miliardi di dollari.
In questo caso, la linea di credito non servirebbe a finanziarie l’attività corrente della società; Uber punterebbe piuttosto ad accumulare un buon cuscinetto di liquidità per le operazioni future. In agenda, in testa, c’è l’acquisizione delle mappe di Nokia, per le quali è già stata lanciata una prima puntata da 3 miliardi di dollari. Secondo i dati in possesso del Wsj, l’anno scorso l’applicazione ha registrato un giro d’affari da circa 400 milioni.