Internet sta per diventare superveloce. Il governo preme sull’acceleratore per quanto concerne la realizzazione della nuova infrastruttura per le telecomunicazioni.
Il decreto atteso dagli operatori è stato presentato ieri a Bruxelles e dovrebbe approdare in consiglio dei ministro a giorni. La bozza di decreto che circola in ambienti governativi conferma le anticipazioni di Repubblica, nell’edizione di venerdì scorso: il decreto “telecomunicazioni” prevede il decreto comunicazioni prevede anche, “al fine di implementare la banda ultra larga sull’intero territorio nazionale”, contributi “in forma di voucher agli utenti finali”, “credito di imposta per interventi infrastrutturali”, la “istituzione del Fondo per il finanziamento degli investimenti” per la rete 4G.
In attesa del giudizio di Bruxelles, i tecnici del governo hanno circoscritto la parte del decreto relativo agli aspetti tecnici. Per limitare l’impatto dei lavori di posa della fibra si cercherà in tutti i modi di sfruttare le reti esistenti o gli interventi di manutenzione delle stesse. Come si legge nella bozza del decreto, le nuove reti per la banda ultralarga di telecomunicazioni passeranno anche per le infrastrutture di luce, gas, acqua e fognature, ma anche per reti ferroviarie, strade e aeroporti.
“Le imprese che forniscono un’infrastruttura fisica destinata alla prestazione di un servizio di produzione, trasporto o distribuzione di gas, elettricità, teleriscaldamento, pubblica illuminazione e impianti semaforici”, ma anche relativi al comparto dell’ “acqua, inclusi le fognature e gli impianti di trattamento delle acque reflue e sistemi di drenaggio”, nonché “i servizi di trasporto, compresi ferrovie, strade, porti e aeroporti, anche se concessionari pubblici o privati, concedono l’accesso alla propria infrastruttura fisica agli operatori di reti di comunicazione elettronica, che ne facciano richiesta scritta, per l’installazione di elementi di reti di comunicazioni elettronica” per la banda larga ad una velocità di almeno 30 MegaByte al secondo, si legge sul primo punto. Si tratta del meccanismo che permette di costruire l’infrastruttura senza ‘scavare’ nuovamente tracce, motivo per cui si è mosso l’interesse dell’Enel e delle utility dei servizi locali sul progetto.