Le Pmi sono dinamiche, esportano, tuttavia senza le sanzioni alla Russia a seguito della guerra in Ucraina e dell’annessione della Crimea e le contromosse di Vladimir Putin, vivrebbero una situazione migliore.
E’ questo il succo di una analisi di Confartigianato, secondo la quale le piccole imprese hanno spinto il made in Italy con una crescita delle vendite oltre confine del 4,1%, che sarebbe arrivata al +5,4% senza l’impasse sul mercato russo. Proprio verso la Russia, l’export è crollato di circa un terzo (-34,6%).
“Anche nel 2015 le piccole imprese sono in pole position nella corsa del made in Italy sui mercati internazionali. Nel primo trimestre di quest’anno dal nostro Paese sono volati nel mondo prodotti per un valore di 25,8 miliardi di euro (pari al 27,2% del totale del nostro export manifatturiero), con un aumento del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2014″, ha sottolineato il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti rimarcando i risultati delle vendite all’estero ottenuti dai settori con la maggiore presenza di micro e piccole imprese.
Complessivamente, tra marzo 2014 e marzo 2015, i prodotti esportati dalle micro e piccole imprese valgono 102,4 miliardi, pari al 6,2% del Pil. “Con questi numeri – sottolinea Merletti – le piccole imprese si confermano ambasciatrici dell’alta qualità made in Italy e componente fondamentale dell’economia italiana. Il sistema economico e produttivo italiano, ricco anche di micro e piccole imprese, è un modello adatto allo sviluppo che va sostenuto e accompagnato”. A tenere alta la bandiera made in Italy nel mondo sono soprattutto i prodotti alimentari che mostrano un aumento del 5,9% del valore delle esportazioni. Bene anche i settori dei mobili (+5,6%) e dei prodotti in metallo (+4,3%).