Le dichiarazioni e i segnali che anticipano l’Eurogruppo e l’Euro Summit di oggi sulla Grecia non lasciano molto margine di manovra al governo Tsipras. A rivelarlo in una nota sono gli economisti di Intesa Sanpaolo specificando che, tra i governi, soltanto Italia e Francia hanno rilasciato dichiarazioni che invitano tutte le parti a cercare un compromesso e che respingono lo scenario di uscita della Grecia dall’Eurozona.
Nello specifico, la Commissione europea e altri governi dell’Eurozona (Germania, Olanda, Slovacchia, Finlandia) ritengono che tocchi alla Grecia “presentare una proposta adeguata” e che la ristrutturazione del debito si può considerare soltanto dopo le riforme.
Entrando nei dettagli, per Bruxelles e per diversi altri Paesi dell’Unione monetaria, “l’uscita della Grecia dalla zona euro è un rischio gestibile”.
Durissima anche la risposta di Juncker alle provocazioni del governo greco, a partire da quelle dell’ex ministro Varoufakis che aveva definito ‘terroristi’ i creditori del Paese ellenico. Dell’Eurozona fanno parte 19 democrazie e tutte meritano uguale rispetto: “nessuna vale piu’ delle altre”: lo ha sottolineato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nel suo intervento al Parlamento europeo sulla situazione in Grecia. “Io non parlo solo con il governo e i dirigenti greci – ha aggiunto – ma anche con i cittadini, e mi sono occupato delle loro condizioni e della realtà quotidiana”.
Ma questo, ha aggiunto, non deve significare “dimenticare le condizioni e la realtà quotidiana degli altri cittadini europei: in altri Paesi c’è un’alta disoccupazione, altrove ci sono salari minimi inferiori a quelli greci, livelli di vita inferiori: bisogna guardare tutta la realtà e non farsi tentare dalla demagogia e dal populismo”. Ecco perché “faremo di tutto per aiutare i cittadini greci, di cui molti sono nella miseria, ma senza dimenticare il resto dell’Europa”.