Saipem ha mandato in archivio il primo semestre del 2015 con una maxi-perdita di 920 milioni di euro dopo aver fatto segnare svalutazioni per 929 milioni di euro.
Ad annunciarlo è una nota della società, che contempla un piano di risparmi da 1,3 miliardi per il periodo 2015-2017 che implicherà un maxi taglio del personale da 8.800 persone.
La nota della società di servizi per il comparto petrolifero, controllata dall’Eni, dà conto di una approfondita revisione del posizionamento competitivo Saipem nel contesto di uno scenario fortemente deteriorato. La azienda ha chiuso la prima metà dell’anno dell’anno con una perdita di 920 milioni di euro, a fronte di un utile di 136 milioni fatto registrare nello stesso periodo dello scorso anno. Il dato arriva dopo svalutazioni per 929 milioni compiute dalla società sul capitale investito e sul capitale immobilizzato, con effetti, oltre che sui risultati, anche sulle previsioni per l’intero anno. A pesare sui conti della società sono stati il calo del costo del petrolio e la cancellazione del contratto sul South Stream.
Saipem ha dunque rivisto gli obiettivi 2015 dopo le maxi-svalutazioni effettuate nel semestre. Il debito a fine anno è atteso sotto i 5 miliardi, a fronte di un’attesa inferiore ai 4 miliardi della guidance precedente. I ricavi sono attesi a 12 miliardi (tra i 12 e i 13 miliardi in precedenza), l’ebit a -250 milioni (contro una precedente forchetta tra i 500 e i 700 milioni) e la perdita a 800 milioni (contro un utile tra i 200 e i 300 milioni).
“I risultati del secondo trimestre 2015 – è il commento dell’ad Stefano Cao – evidenziano uno scenario di mercato profondamente deteriorato. L’ulteriore repentino calo del prezzo del petrolio ha creato una discontinuità significativa, che non prevediamo riassorbirsi nel breve-medio periodo e che ha portato a un sempre più marcato irrigidimento dei clienti sulla gestione operativa e commerciale dei contratti.