Le grandi aziende, produttive per antonomasia, possono giocare sulla riorganizzazione del lavoro fino a trovare la formula migliore per tenere elevati standard di produttività ed efficienza. Le ultime ricerche dimostrano l’importanza della settimana corta.
Google passerà alla storia come il miglior posto di sempre in cui lavorare. L’azienda di Mountain View è convinta che i suoi dipendenti, per essere produttivi, debbano stare bene per cui corsi di yoga, palestre nello stabile dell’ufficio, aree relax attrezzate, sono all’ordine del giorno.
> Le dieci aziende in cui si lavora meglio
Virgin con le novità rispetto ai genitori lavoratori e agli orari di lavoro flessibili, prova a rinnovare lo schema Google aggiungendo una piccola dose di libertà che sembra provvidenziale ai fini della produttività dell’azienda. Insomma le opportunità sembrano numerose: lavorare in un posto dove si sta bene, lavorare quando è meglio per la propria giornata. Il tutto al fine di garantire all’azienda il massimo rendimento.
In questo quadretto bipolare, le ultime ricerche sul mercato del lavoro aggiungono un altro tassello, mirabilmente sintetizzato da Oliver Burkeman su Internazionale:
L’ultima tendenza, tuttavia, potrebbe rivelarsi più interessante: sempre più aziende del ramo tecnologico stanno sperimentando settimane lavorative di quattro giorni. Come spiega Ryan Carson, cofondatore di Treehouse, una start-up che si occupa di apprendimento: “Invece di rimanere al lavoro fingendo di fare qualcosa, hai tutto il venerdì libero”.
La principale ragione per lavorare meno giorni, ovviamente, è che giova alle famiglie, all’amicizia, ai passatempi e allo spirito. Ma l’aspetto più interessante di questi esperimenti, confermato da alcune ricerche accademiche, è che sembra aiutare anche la produttività e la qualità del lavoro.
In parte ciò è dovuto al fatto che il “lavoro intellettuale” si basa molto sul riposo, oltre che sull’uso, del cervello.