Il titolo Exor fa registrare un rimbalzo a Piazza Affari successivamente al rafforzamento nel capitale dell’Economist che si attesta ora al 43,4% con un investimento pari a 405 milioni di euro, uguale a quasi il 3% del net asset value.
La quota della holding della famiglia Agnelli sarà del 43,4% ma tuttavia sarà limitata al 20% dei diritti di voto. The Economist vanta una profittabilità e un dividend yield intorno al 6%.
Un prezzo, quello messo sul piatto da Exor, ritenuto ragionevole dagli analisti di Equita anche in considerazione del premio di maggioranza (la finanziaria degli Agnelli ha acquistato il 100% delle azioni B che garantiscono qualche potere aggiuntivo) e della notorietà/qualità del brand: multipli enterprise value/vendite 2015 di 2,4 volte, ev/ebit di 13 volte e prezzo/utile di 16 volte sulla base di risultati sostanzialmente stabili, solo in leggero calo negli ultimi 4 anni.
Anche per gli analisti di Mediobanca Securities il prezzo pagato è ragionevole, se non addirittura basso visti i numeri 2015 (il bilancio si chiude il 31 marzo) che hanno mostrato un margine operativo solido del 18,3%, vendite pari a 328 milioni di sterline, un utile operativo di 60 milioni di sterline, un utile netto di 46 milioni (14% del fatturato) e praticamente nessun debito (-17 milioni di sterline più -33 milioni di passività pensionistiche).
Nel contempo l’Economist ha fatto registrare un flusso di cassa operativo di 60 milioni di sterline, che implica un rapporto cash flow/capitalizzazione di mercato (o il prezzo pagato in questo caso) dell’8,1%. Exor ha quindi valutato l’Economist a 13 volte l’enterprise value/ebit rispetto alle 14,1 volte dei competitor, quindi con uno sconto del 14%, e a 16 volte il prezzo/utile in linea con i peer.
Da sottolineare inoltre il dividend yield dell’Economist intorno al 6%, una caratteristica comune delle recenti acquisizioni di Exor. “Con quasi 41 milioni di sterline di dividendo pagato sul bilancio 2015, il dividend yield è stato del 5,6% ma negli ultimi tre anni è stato di oltre il 6%”, osservano gli analisti di Mediobanca i quali, considerando i potenziali dividendi dalla Ferrari, da PartnerRe, da L’Economist e da Cnh, calcolano che Exor possa incassare poco meno di 700 milioni di euro sul bilancio 2016, da pagare nel 2017.