Se l’anno scorso si parlava soprattutto della penuria di panettieri, quest’anno il tormentone del mercato professionale sono i mastri bottai, in pratica gli artigiani che si occupano della realizzazione delle botti. Anche se le tecniche di conservazione dei vini sono migliorate, le botti garantiscono sempre la qualità del prodotto.
Il vino buono sta nella botte piccola. Ma chi sa farla questa botte? Il mastro bottaio. E come s’impara il mestiere? Con fatica e attenzione. Forse è per questo che non ci sono più gli artigiani di una volta. La penuria è così elevata che nel Regno Unito un mastro bottaio ha deciso di pagare profumatamente un apprendista che sia disposto a rubargli l’arte. La storia la racconta Repubblica che sintetizza così l’argomento:
> Artigianato, sempre più imprese dichiarano bancarotta
L’ultimo mastro bottaio del Regno Unito, Alastair Simms, cerca candidati per non far disperdere un lavoro che potrebbe trarre nuova linfa dal boom di birrifici artigianali. Lo stipendio parte da 21mila sterline, ma non ci sono candidati sebbene la disoccupazione sia in salita al 5,6%.
Lavoro faticoso e difficile ma lo stipendio è alto, così come il tasso di disoccupazione che però non incoraggia gli inglesi a dedicarsi all’artigianato. Per diventare bottai c’è anche una cerimonia d’iniziazione chiamata “travatura di un bottaio”, immutata dal 14° secolo.
Alastair Simms, non è anziano, ha soltanto 52 anni ma è comunque l’ultimo bottaio rimasto in Gran Bretagna. Per questo cerca un apprendista che lo segua per almeno 4 anni e mezzo nel suo studio a Masham, nel North Yorkshire. La riflessione che scaturisce dall’assenza di candidatura porta il Telegraph alla riflessione:
Vi sono 943mila persone senza istruzione, occupazione o esperienza in questo Paese, secondo le ultime stime. Davvero nessuno è disposto a salvare dalla morte una vecchia tradizione?