L’economia italiana cresce e più del previsto. Così Piazza Affari si distanzia dai minimi intraday a quota 21.376 punti raggiunti dopo il dato sul pmi manifatturiero cinese e italiano scesi ad agosto, rispettivamente, a 49,7 da 50 e a 53,8 da 55,3 di luglio. L’Istat ha rivisto al rialzo le stime del pil relative al primo e al secondo trimestre di quest’anno.
Durante i primi tre mesi dell’anno il pil è aumentato dello 0,4% contro una stima precedente dell’Istituto di statistica del +0,3%, mentre nel secondo trimestre il pil è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente (da +0,2% stimato in precedenza) e dello 0,7% nei confronti del secondo trimestre del 2014 (da +0,5% della stima precedente).
Il secondo trimestre ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2014. La variazione acquisita del pil per quest’anno è pari a +0,6%. Nell’aggiornamento al Def il governo ha previsto una crescita del pil dello 0,7% per il 2015.
“La crescita”, hanno spiegato i tecnici dell’Istat, “è trainata dalla componente interna più che da quella estera. Nel secondo trimestre, poi, molto del contributo arriva dai consumi nazionali”. Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda interna hanno mostrato andamenti dissimili, con i consumi finali nazionali in aumento dello 0,3% (+0,4% per i consumi finali dei residenti) e gli investimenti fissi lordi in diminuzione dello 0,3%.
Riguardo alle componenti estere si è registrata una crescita più intensa per le importazioni (+2,2%) che per le esportazioni (+1,2%). Inoltre, la domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita del pil per 0,2 punti percentuali (+0,3 il contributo dei consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private (Isp), nullo quello della spesa della pubblica amministrazione e -0,1 quello degli investimenti fissi lordi).