Mentre a Lima continuano i lavori del Fmi e della Banca mondiale, i mercati guardano con attenzione a questa sera. Tra poche ore infatti saranno pubblicati i tanti attesi i verbali della riunione della Fed degli scorsi 16 e 17 settembre, quando la banca centrale Usa decise di lasciare i tassi invariati sulla scia degli “sviluppi economici e finanziari globali”.
Stando ai future sui Fed-Funds, usati dagli investitori e dai trader per fare scommesse sulla politica monetaria della Fed, le probabilità di una stretta nella riunione del 27-28 ottobre prossimi sono state pari ieri al 6%. Per il meeting del 15-16 dicembre, le chance sono passate al 39% dal 44% precedente alla pubblicazione dell’ultimo rapporto sull’occupazione di settembre diffuso venerdì scorso. Gli economisti Usa registrano la diminuzione oltre le attese delle richieste di sussidi alla disoccupazione: -13 mila unità, a 263 mila, al livello più basso da metà luglio. Dalle minute già pubblicate della Bce è ri-emerso il fatto che Draghi è pronto ad ampliare il Quantitative easing, mentre la Banca d’Inghilterra ha lasciato i tassi di riferimento invariati allo 0,50% livello che resiste ormai dal marzo del 2009.
L’attesa di un rialzo posticipato dei tassi spinge l’euro in rialzo: chiude a 1,1276 dollari, dopo aver toccato un massimo di giornata di 1,1315 dollari. Debole lo yen, che arretra a quota 135,11 sull’euro e 119,85 sul dollaro a causa del debole dato sugli ordini di macchinari in Giappone. Le Borse europee chiudono poco mosse: Londra segna +0,61%, Francoforte sale dello 0,23%, Parigi dello 0,18%. Milano riesce a guadagnare lo 0,68% finale: ieri Piazza Affari era stato l’unico listino a chiudere in rosso.