Nonostante le continue salite e discese dei mercati nel corso delle ultime settimane, rimangono realmente molto bassi i rendimenti obbligazionari per i titoli di Stato e quelli societari in euro e dollari con buon merito di credito.
Ad esempio, il Bund a 10 anni attualmente offre meno dello 0,6% e il Btp l’1,7%, quindi sensibilmente meno del Treasury Usa che rende il 2,06%. Una caduta vertiginosa, in questo comparto, che è a dir poco preoccupante. Persino i bond di Volkswagen, pur con la spada di Damocle di perdite ancora tutte da definire in relazione allo scandalo delle emissioni dei diesel, oggi offrono non più del 2,3% a 5 anni e del 2,6% a 10 anni sui titoli in euro, mentre i rendimenti in dollari sono più interessanti, visto che si parla di un 4,05% a 5 anni.
Tuttavia, questi rendimenti fanno molta più impressione se si pensa che prima dell’annuncio dello scandalo il titolo con scadenza gennaio 2024 della casa automobilistica tedesca non offriva più dell’1,5% in euro, quanto ai bond in dollari, l’emissione al 2020 rendeva solo il 2,39% prima dell’annuncio. E l’impatto della vicenda Volkswagen è stato pesante anche sui rendimenti delle altre case automobilistiche mondiali, che hanno visto i rispettivi bond perdere quota in misura importante, prima di recuperarlo nel corso dell’ultima settimana. Tuttavia, quando si parla di colossi auto del calibro di Bmw o Daimler, i rendimenti in questione sono sempre modesti: oggi a 10 anni sono, rispettivamente, l’1,66 e l’1,625%. Qualcosa di più rende l’automotive francese, in particolare Peugeot (2,18% al 2019), mentre le cedole più ricche arrivano da Fiat sia in euro (4,16% al 2022) sia soprattutto in dollari (5,94% al 2023).