Sono tempi difficili, in cui molti chiedono un ausilio finanziario a parenti ed amici. Ciò si evince da uno studio di Bankitalia, stando al quale “per i beneficiari, il sostegno della rete informale è di ammontare comparabile al ricorso al credito al consumo”.
E le probabilità di ricorrere al cosiddetto aiuto informale crescono con la disoccupazione del capofamiglia, con la difficoltà ad arrivare a fine mese e con il ricorso al credito al consumo, a causa dell’insufficienza del credito ricevuto dagli intermediari rispetto alle esigenze di spesa o alle necessità legate al pagamento della rata del prestito stesso, spiega il rapporto di Via Nazionale, che sottolinea come tra il 2008 e il 2014 il reddito disponibile delle famiglie italiane sia diminuito in termini reali del 9% e a fronte di questa contrazione, le famiglie hanno aumentato i consumi solo dell’1%.
Mentre la quota di famiglie che hanno ricevuto aiuto da conoscenti era pari al 3,9% in media nel biennio 2006-08, durante la crisi è salita al 4,5%.
Sono i più giovani (con meno di 35 anni) a ricevere aiuto dai più anziani, dal 2010 il ricorso è frequente anche per le famiglie con a capo un adulto tra i 35 e i 44 anni. Un terzo dei disoccupati ha chiesto aiuto durante la crisi, erano la metà nel 2006-08.
Le famiglie che fanno ricorso alla rete di sostegno informale sono molto fragili dal punto di vista finanziario. Il 77% di queste famiglie ha infatti difficoltà ad arrivare alla fine del mese. E per effetto dell’aumento sia della quota di famiglie beneficiarie che dell’importo dell’aiuto, il valore complessivo della rete di sostegno informale è aumentato del 48% durante la crisi, raggiungendo una cifra pari al 38% del credito al consumo di tutte le famiglie, evidenzia lo studio di Bankitalia.