Si è conclusa poco prima delle 15 la riunione del Consiglio dei Ministri che ha varato la Legge di Stabilità 2016, manovra da 27-30 miliardi, con un elastico di cifre che dipende dal riconoscimento o meno in sede europea di un margine di flessibilità pari allo 0,2% del Pil (circa 3 miliardi di euro), alla luce dell’emergenza migranti.
La maggior parte di quei denari, 17 miliardi, servono per sterilizzare le clausole di salvaguardia ereditate dal passato. Alla Finanziaria il presidente del Consiglio ha attribuito lo slogan “L’Italia con il segno ‘più'”, nel corso di una in conferenza stampa partita con il cordoglio per le vittime degli eventi del maltempo.
Presentando il testo, Renzi ha sottolineato che “per la prima volta nella storia repubblicana con il nostro governo le tasse vanno giù” e ha citato gli interventi quali il bonus da 80 euro, il taglio di Imu e Tasi e gli interventi su Ires e Irpef già definiti o in arrivo nei prossimi anni. “Si scrive ‘legge di Stabilità’, ma si pronuncia ‘legge di fiducia’. Il nostro destino non è Bruxelles, a New York, a Pechino; è nelle nostre mani”, ha detto ancora il premier. Proprio sul rispetto dei dettami comunitari: “C’è una parte tra di noi che ritiene che le regole europee debbano essere rispettate e una parte che vorrebbe applicarle con un pochino più di fantasia. La nostra scelta è di rispettare le regole europee avendo fatto un lavoro gigantesco per cambiarle”.
Nella sua introduzione, Renzi ha parlato di un taglio dell’Ires, la tassa sui profitti delle imprese, al 24% dal prossimo anno. L’anticipo rispetto al calendario iniziale, che prevedeva il taglio dal 2017, dipende però dall’ok Ue allo sfruttamento dei margini sull’emergenza migranti: “Se ci sarà questa clausola, saremo ben felici di usarla per l’Ires e ulteriori interventi sull’edilizia scolastica”. Parlando delle “molte buone notizie” contenute nella Finanziaria, ha annunciato gli attesi interventi sui “minimi per le partite Iva, una sorta di Jobs Act per i lavoratori autonomi”.