I listini trovano il recupero a seguito di tre sedute negative sulla falsa riga delle indicazioni al ribasso provenienti dalla Cina e dall’andamento della dinamica dei prezzi nell’Eurozona.
Anche gli Stati Uniti, d’altra parte, hanno fatto registrare segnali di debolezza durante gli ultimi giorni: le vendite al dettaglio e i prezzi alla produzione sotto le attese – pubblicati mercoledì – hanno rafforzato negli investitori la prospettiva di un rinvio del rialzo dei tassi da parte della Fed entro la fine dell’anno. A guardare i future sui Fed Funds, strumento che individua le possibilità di cambiamento della politica monetaria della Banca centrale Usa, il mercato dà solo 27 possibilità su 100 a un innalzamento del costo del denaro nel meeting di metà dicembre. A fare le spese di questa situazione è l’euro, che riprende quota verso 1,15 dollari nonostante il Quatitative easing della Bce e il desiderio di molti di una moneta unica debole per rafforzare l’export e la ripresa del Vecchio continente.
I listini europei terminano gli scambi in terreno positivo: Milano è stata la migliore a +1,74%, spinta dalle banche. Bene anche le altre: Parigi +1,44%,Londra +1,1% e Francoforte +1,5%. A Piazza Affari si segnala il tonfo perFincantieri, la cui controllata brasiliana Vard (di cui possiede il 55,63%) ha emesso un profit warning sui risultati economici e finanziari del terzo trimestre e dell’intero esercizio 2015. In evidenza Saras, che ha diramato il piano al 2019 con un obiettivo di margine operativo lordo a 730 milioni. A Wall Street, dopo la debolezza di ieri, i listini sono in rialzo: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones sale dello 0,45% e il Nasdaq dello 0,7%.