Il ministro Poletti si è reso protagonista di una serie di dichiarazioni che riaccendono il dibattito e i riflettori sul mondo del lavoro. Abbiamo già citato il suo intervento al Make Faire di Roma, questo invece è quanto detto in conferenza stampa su lavoro e welfare.
Al Make Faire di Roma il ministro Poletti ha dato il benvenuto all’innovazione ma poi in un’altra conferenza stampa ha parlato in modo più esteso di lavoro e welfare. Ecco le sue parole.
> Benvenuta l’innovazione che crea lavoro con la forza delle idee
La conferenza stampa si è tenuta venerdì mattina presso la sede del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di Via Veneto, una conferenza stampa nel corso della quale il Ministro Giuliano Poletti ha illustrato le novità in materia di lavoro e di politiche sociali contenute nella Legge di Stabilità 2016.
Il Disegno di legge, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, prevede una manovra finanziaria di complessivi 26,5 miliardi di euro e interviene, fra l’altro, in tema di decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato per i prossimi due anni, in una ottica di riduzione dell’entità della misura nel medio periodo, e di incentivazione della staffetta generazionale grazie all’utilizzo del part-time in vista della pensione di vecchiaia, intensificando allo stesso tempo strumenti di lotta contro la povertà e di tutela delle fasce più deboli della popolazione.
“Si tratta di una Legge di Stabilità – ha sottolineato il Ministro nel corso della Conferenza – abbondantemente e positivamente concentrata sulle tematiche del lavoro e dell’inclusione sociale, che difficilmente possono essere affrontate prescindendo dalla crescita, dalla promozione dello sviluppo dell’impresa e delle opportunità di lavoro”.
“Questa manovra, che contiene interventi sul versante del taglio delle tasse, degli investimenti e su quello sociale – ha aggiunto il Ministro – ha esattamente questo segno: spingere, aiutare, convincere, produrre fiducia, perché i comportamenti individuali, sociali e imprenditoriali anticipino e riducano i tempi tra ciò che la dinamica ordinaria dell’economia produrrebbe naturalmente e quello che invece noi abbiamo bisogno che accada subito, cioè l’accelerazione della crescita”.