Il Ddl Concorrenza, appena approvato alla Camera, sancisce per norma i costi aggiuntivi per chi disdice un contratto tv o telefonico (fisso o mobile, con o senza internet).
Anche se il testo non contiene più la parola ‘penali’, rispetto alle bozze di mesi fa, possiamo dire che ci sono ‘penali mascherate’. Il ddl al tempo stesso addolcisce la pillola con nuovi diritti a favore dei consumatori: come la possibilità di fare una disdetta semplificata, con le stesse modalità previste per l’attivazione (e quindi anche al telefono, mentre finora siamo stati costretti a mandare una raccomandata per disdire). Nel testo c’è anche un giro di vite potenzialmente molto grande contro i servizi premium “gonfia bolletta”: si legge che gli operatori dovranno ottenere un consenso preventivo dall’utente prima di poterli attivare.
È la questione “penali” però a infiammare di più i consumatori. Già a febbraio si parlava espressamente di “penali” per chi fa una disdetta anticipata del contratto (prima della sua scadenza naturale). Si tratta insomma di costi aggiuntivi che si sommano a quelli normali che l’utente deve pagare per la disdetta. A giugno anche lo stesso presidente dell’Agcom Angelo Cardani, in audizione alla Camera, aveva chiesto di togliere la parola “penali”. Ecco: “la parola non c’è più, ma la sostanza resta: chi disdice in anticipo sulla scadenza naturale deve pagare un duplice costo di uscita”, dice Pierani.
Bisogna dire che già da anni gli operatori applicano un costo addizionale per chi disdice in anticipo, ma finora l’hanno fatto sfruttando un’area grigia delle norme. Tanto che a volte gli utenti, opponendosi, sono riusciti a evitare questo costo in più. Il ddl insomma chiarisce la questione e al tempo stesso sancisce una volta per tutte che l’utente è tenuto a pagare un extra per la disdetta anticipata.