Nel nostro Paese, il panettone crea un giro d’affari di quasi 220 milioni di euro. Non è un caso che, a partire da ottobre ogni anno si inizino a effettuare le stime in vista dei giorni di festa natalizi
Questo, si è verificato con maggiore incidenza nell’anno dell’Expo milanese. A contendersi il mercato ci sono le grandi aziende prima fra tutte la veneta Bauli (proprietaria anche della Motta). Seguita dalla piemontese Balocco, quella dallo slogan ‘Fate i buoni’. In tutto 5 società si spartiscono il 76 per cento del mercato. Il solo Piemonte tra Balocco e Maina arriva a valere il 30 per cento della torta. Poi ci sono altre realtà come Melegatti, le Tre Marie (che dal dicembre 2013 è stata mangiata dalla Galbusera). Infine ci sono tanti piccoli e piccolissimi produttori. Come il vicentino Loison, con i suoi dolci racchiusi in confezioni che sembrano uscite da una favola. E infine ecco le mille panetterie e pasticcerie che sfornano prodotti artigianali. Nella sola Lombardia, secondo la Camera di Commercio di Milano, i forni accesi sarebbero 5mila, con 23mila addetti. E tra pane, focacce, pasticcini e torte varie muoverebbero un giro d’affari di circa 2 miliardi di euro. Anche in questi luoghi prende vita il panettone. Che continua a piacere. Tanto che i produttori, a dispetto della crisi, hanno visto lievitare i ricavi dell’ultimo natale (grazie anche a pandoro, torte pre-festività): anche se di poco, i ricavi hanno segnato un più 1,4 per cento, e le quantità vendute un più 0,8 per cento.
Il panettone viene mangiato quasi tutto in Italia. Ma il nostro, è un mercato molto maturo, tanto che sono sempre di più le aziende dolciarie alla ricerca di sbocchi all’estero. Si punta soprattutto a quei paesi dove il Natale è più sentito, come quelli anglosassoni. “Il comparto realizza circa un 20 per cento del fatturato oltre confine con i dolci natalizi”, racconta Alberto Balocco. La sua azienda un fatturato di 163,5 milioni di euro, da tempo è arrivata negli Stati Uniti dove, soprattutto sulla East Coast, il panettone è apprezzato, anche grazie agli italiani di seconda e terza generazione. Persone che hanno mangiato questo prodotto sin da quando erano piccoli e che hanno abbinato quel sapore alla festa in famiglia sotto l’albero. Nel nord America il consumo di panettone batte di gran lunga quello del pandoro. Se in Italia ormai per ogni panettone acquistato, si compra anche un pandoro, oltreoceano il rapporto è otto a uno a favore del dolce milanese.