L’Unione Europea si muoverà con decisione contro Alphabet, società controllante di Google, su più fronti: dai contratti con gli inserzionisti al sistema operativo Android.
A dare questa notizia è proprio Margrethe Vestager, Commissario dell’antitrust Ue, il segno più evidente che Big G dovrà fare i conti con nuove accuse sul fronte della concorrenza.
In un’intervista, la Vestager ha anche anticipato la possibilità di un compromesso con l’energetica Gazprom, che l’Unione Europea ha accusato di ostacolare la concorrenza nei mercati del gas dell’Europa Orientale, oltre a esprimere scetticismo circa l’idea che gli operatori delle telecomunicazioni europei necessitino di un vortice di fusioni. Un anno dopo l’insediamento presso l’ente di disciplina più potente d’Europa, la Vestager ha dato una scossa a una serie di importanti casi che si erano arenati sotto la guida del predecessore, lo spagnolo Joaquín Almunia.
In questo primo anno, il garante ha sconvolto il mondo corporate in diverse occasioni. La più recente risale alla scorsa settimana con la duplice decisione che ha colpito Starbucks sul fronte fiscale, ripercuotendosi su migliaia di altre strutture fiscali, e Amazon e altri con l’inaugurazione di un’indagine radicale sull’e-commerce. Tuttavia si è mossa con diplomazia, volando negli Usa subito dopo la decisione su Google pronunciata ad aprile per difendere pubblicamente questa manovra, e dando il beneplacito alle imponenti fusioni di General Electric e FedEx che inizialmente avevano sollevato timori.
Su tutte, la casa madre di Google si è trovata nel mirino del nuovo commissario. In aprile, Vestager è stata la prima autorità in termini di antitrust a livello globale a formalizzare accuse contro Big G. “Non lo ritengo come un unico caso contro Google, ma letteralmente come diverse indagini e diversi casi”, ha specificato. “Quello che hanno in comune è che il nome Google appare in ognuno, ma a parte questo sono molto diversi tra loro”.