Non mancano i detrattori per quanto riguarda la Legge di Stabilità appena promossa dal Governo guidato da Matteo Renzi. Tra questi occorre menzionare la Corte dei Conti che boccia la manovra.
Secondo i giudici tributari essa presenta molte lacune. Il commento del presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, in audizione in Parlamento sulla legge di Stabilità, non risparmia il provvedimento.
Per Squitieri si tratta di una scelta di politica economica che adotta al massimo gli spazi di flessibilità disponibili diminuendo esplicitamente i margini di protezione dei conti pubblici e lascia sullo sfondo nodi non sciolti quali clausole, contratti pubblici, pensioni e questioni importanti. Tra queste spicca il definitivo riassetto del sistema finanziario delle autonomie locali.
Nello specifico, Squitieri ha posto l’accento sul carattere temporaneo di alcune coperture e il permanere di clausole di salvaguardia rinviate al futuro.
Un loro riassorbimento nel 2017 e nel 2018 richiederà l’ individuazione di consistenti tagli di bilancio o aumenti di entrate sia pur resi meno onerosi dai benefici di una maggiore crescita. Nella valutazione del ddl Stabilità peraltro non si può prescindere dal quadro di incertezza che caratterizza l’economia internazionale. Esso è destinato a riverberarsi su un’economia italiana la cui ripresa, dopo una lunga fase recessiva, è per ora basata su dati incoraggianti ma non univoci. Il rallentamento dell’area dei paesi emergenti costituisce un rischio evidente per il consolidamento della ripresa in corso.
Parere negativo anche per ciò che concerne l’abolizione dell’Imu e della Tasi sulla prima casa. Con questa misura secondo Squitieri la principale fonte di finanziamento degli enti riguarda le abitazioni diverse dalla prima casa, su cui continuerà a vivere il dualismo Tasi-Imu, con la conseguenza che la maggioranza dei servizi indivisibili forniti dai Comuni graverà di regola sui non residenti.