L’Istat spiega che la crescita dell’Eurozona resta lenta. E soprattutto quella dell’Italia. Se poi è messa a confronto con ciò che accade in Francia e Germania, allora sembra che il nostro paese sia in una fase di flessione stanchezza.
L’economia italiana nel terzo trimestre dell’anno è cresciuta dello 0,2% contro il +0,4% del primo trimestre e il +0,3% del secondo. Certo il dato su base annua (+0,9% sullo stesso periodo del 2014) è il migliore dal 2011 e in accelerazione rispetto al trimestre precedente, ma gli addetti ai lavori si aspettavano una crescita più robusta, almeno dello 0,3%, per rafforzare le stime del governo che prevedere per l’intero 2015 una progressione dello 0,9%.
A oggi la variazione acquisita (quella che si avrebbe a fine anno in caso di crescita zero negli ultimi tre mesi) è dello 0,6%, mentre l’Istat si attendeva un +0,7%.
Una crescita leggermente al di sotto delle attese, come spiegato da Repubblica. Quindi, nonostante la buona volontà dell’Italia, il Paese non mantiene il passo dei vicini e la progressione è lievissima su base annua: dello 0,3% rispetto al periodo aprile-giugno e dell’1,2% (la Francia) e dell’1,7% (la Germania).
L’Istat sottolinea che la crescita del Pil italiano nel terzo trimestre è stata aiutata dal mercato interno, mentre ha fatto da ‘zavorra’ l’economia che si sviluppa fuori dai confini nazionali, inport/export inclusi.
“Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno negativo della componente estera netta” spiega infatti l’Istat.