I patronati e i Caf offrono un servizio di pubblica utilità previsto dalla Costituzione, un servizio che con i tagli previsti dalla Legge di Stabilità, potrebbe essere minato alla base anche se la sforbiciata è passata da 48 a 28 milioni di euro.
Vogliono evitare che “vengano intaccate le tutele previdenziali e socio-assistenziali garantite gratuitamente dai patronati ed impedire il licenziamento di migliaia di operatori”: sono gli obiettivi della campagna “#iocimettolafaccia #xidiritti”, lanciata dai Patronati d’Italia (Acli, Inas, Inca e Ital).
Spiega l’Inas Cisl in un comunicato:
È previsto infatti un taglio di 28 milioni, la riduzione dell’aliquota che finanzia il fondo e dell’acconto sull’attività già realizzata.
“La preoccupazione è enorme perché – sottolinea il Ce. Pa – siamo di fronte ad un intervento finanziario che non ci consentirebbe più di garantire i nostri servizi per gli oltre 12 milioni di persone che nell’ultimo anno sono entrate nei nostri uffici. Il Governo sembra ignorare questa realtà e i nostri operatori – coinvolti in prima persona in un lavoro orientato all’ascolto, alla solidarietà e al servizio – desiderano ricordare al Parlamento l’enorme valore dell’azione dei patronati per la tenuta del sistema sociale italiano”.
Per questo motivo è stato indetto uno sciopero e mercoledì 9 dicembre, alle ore 15, gli operatori del Ce. Pa (Acli, Inas Cisl, Inca Cgil e Ital Uil) scenderanno in piazza a Montecitorio, per protestare contro i tagli previsti al fondo patronati dalla legge di stabilità, che metterebbero a rischio l’accesso alla tutela previdenziale e socio-assistenziale gratuita per i cittadini, nonché migliaia di posti di lavoro per l’intero sistema.