Per i risparmiatori che sono stati danneggiati dalle banche, c’è la necessità di salvaguardare il più possibile quel che resta del portafoglio d’investimenti. Confconsumatori spiega in un comunicato perché l’unica strada possibile è quella della “causa”.
“La politica ha iniziato ad affrontare la questione delle obbligazioni subordinate con una grande confusione e mandando in confusione i cittadini, che si stanno facendo false aspettative“.
> Cosa rischiano i risparmiatori con il crac delle banche e come venirne fuori
L’avvocato Marco Festelli, componente del direttivo nazionale di Confconsumatori, sta coordinando le azioni a tutela dei risparmiatori danneggiate dall’operazione “Salva Banche”.
“Andiamo con ordine – spiega Festelli – Innanzitutto non vi è differenza tra obbligazioni già azzerate e obbligazioni rimaste in essere presso la bad bank. Infatti queste saranno soddisfatte, in moneta fallimentare, se la liquidazione della bad bank riuscirà a soddisfare tutti gli altri CREDITI; sono quindi collocate nel passivo della banca addirittura dopo i chirografari. In buona sostanza anche questi non prenderanno neanche un centesimo, siamo pronti a scommetterci“.
Per i bond già azzerati si parla di uno stanziamento di 80 milioni (ma solo Etruria ha emesso obbligazioni per 274 milioni) quindi la possibilità di recupero e minima e, a quello che pare, anche complessa. Si parla di un arbitrato per accertare se ci sono state violazioni e accedere a questo pseudo fondo statale o parabancario di solidarietà.
“Quello che non si dice – avverte Festelli – è che la New Company è subentrata in toto in tutta l’attività bancaria (articolo 2555 c.c.) della precedente banca, sicché se nella conclusione od esecuzione di contratti bancari l’azienda ha arrecato un danno, questo danno deve essere risarcito dalle Nuove Banche. L’unica seria speranza ad oggi per i consumatori/risparmiatori è quella di far accertare e dichiarare, nella fase della vendita dei titoli, la violazione degli articoli 21 e 23 del TUIF con conseguente ristoro del danno. Si tratta infatti di prodotti ad alto rischio e strumenti finanziari complessi e strutturati che, oggi, finalmente Banca d’Italia ammette che non sono e non erano idonei alla clientela “retail” ma da piazzare esclusivamente a speculatori, investitori istituzionali e professionali“.
Confconsumatori sta raccogliendo i documenti dei risparmiatori danneggiati in tutta Italia, con l’intenzione di procedere il prima possibile con un primo procedimento di mediazione contro le Nuove Banche.
“Se il Governo – conclude l’avvocato Festelli – intende veramente agire nell’interesse dei risparmiatori e del risparmio (al fine di riportare fiducia) ha un solo unico modo: in sede di conversione al D.L. 183 apportare un emendamento in base al quale in sede di crisi bancaria il Commissario non si avvale della clausola subordinata delle obbligazioni cedute a persone fisiche con trasferimento delle stesse alla nuova banca“.