Se la spesa per le pensioni aumenta vuol dire che sono aumentati gli importi degli assegni pensionistici oppure è aumentata la platea di persone che ricevono un assegno. Tra esodati, opzione donna e scivoli vari è molto semplice che sia cresciuto il numero dei pensionati.
Ecco i dati che rispetto alle pensioni riporta l’Adnkronos:
La spesa complessiva per prestazioni pensionistiche ha superato nel 2014 i 277 miliardi di euro, l’1,6% in più sul 2013. La sua incidenza sul Pil è cresciuta di 0,2 punti percentuali dal 16,97% del 2013 al 17,17% del 2014. Lo rende noto l’Inps che ha aggiornato i dati del Casellario pensionati.
Sono le pensioni di vecchiaia ad assorbire circa il 70% della spesa complessiva. Seguono quelle ai superstiti, il 14,9%, e le pensioni assistenziali (8%) mentre più contenuto risulta il peso delle pensioni di invalidità (5,6%) e di quelle indennitarie (1,6%).
Complessivamente comunque il numero dei pensionati 2014 registra un calo di circa 134 mila posizioni rispetto all’anno precedente.
L’età pensionabile nel 2015, nella previdenza obbligatoria, è determinata attraverso la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata. In linea generale nel 2015, come spiega PensioniOggi, un lavoratore può accedere alla pensione o al compimento di 66 anni e 3 mesi di età (unitamente a 20 anni di contributi) oppure al versamento di almeno 41 anni e 6 mesi di contributi (42 anni e sei mesi per gli uomini).
C’è da aggiungere ancora un dettaglio rispetto all’opzione donna: resta incerta infatti la possibilità per le lavoratrici di scegliere l’opzione donna, cioè l’uscita anticipata con il sistema di calcolo contributivo a 57 anni e 3 mesi di età e 35 di contributi. L’inps non ha ancora chiarito se questa opzione sarà attivabile anche dalle lavoratrici che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2015 come indicava la legge 243/04.
> Opzione donna, in base ai fondi a partire dal 2016