Piove sul bagnato e qualcosa sta andando storto. La Fed potrebbe procrastinare il rialzo dei tassi di interesse. La Banca Centrale europea lancerà una nuova manovra di espansione a marzo. La Boj porta a livello sottozero il tasso sui depositi.
Queste premesse non sono casuali. Le turbolenze dei mercati finanziari potevano stabilizzarsi a febbraio. Ma, come detto, qualcosa sta andando storto. Le prime due sedute sono nuovamente state caratterizzate dalle vendite. Di conseguenza, Milano ha aggiornato il -13% di gennaio portandolo al -16,3%. Si tratta della peggiore performance tra i principali listini mondiali.
Dall’inizio del 2016, la capitalizzazione di Borsa a Piazza Affari, per via del peso specifico delle banche sempre più forte con gli istituti che attraversano una fase assolutamente delicata, è scesa di ben ottanta miliardi di euro attestandosi a quota 550 miliardi.
Nel complesso, inoltre, le borse globali hanno perso più di 4.000 miliardi di valore. Oltre al fattore petrolio non si può trascurare il fattore Wall Street che rimane, volenti o nolenti, il faro principale per gli investitori di tutto il mondo.
Dall’inizio dell’anno, la Borsa americana ha fatto registrare un calo pari al 7%. Tutto ciò appesantisce di gran lunga il quadro. Durante il primo trimestre dello scorso anno, Wall Street era pressoché ferma con le Borse europee in fase rally. Oggi è difficile prevedere uno scenario in cui con il listino Usa al ribasso quelli europei vadano in crescita.
Il petrolio, dunque, non è il solo problema dei listini del Vecchio Continente. Essi devono convivere con una Borsa, quella Usa, che si trova in fase di ritracciamento.