La ripresa c’è, ma stenta a decollare. Si, è un ritornello che si sente spesso. Ormai da circa due anni. Eppure, resterà ancora nell’hit parade degli economisti italiani in quanto a topic di riferimento.
La crescita dell’economia italiana continua, tuttavia il ritmo rimane lento. Nella sua nota mensile, l’Istat scrive:
L’indicatore anticipatore dell’economia rimane positivo a novembre, sebbene con una intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti, suggerendo il proseguimento della fase di moderata crescita dell’economia italiana.
Nello specifico, l’istituto di statistica ha messo in evidenza che le prospettive economiche di famiglie e imprese sembrano evolvere in maniera differenziata. Per le prime, gli attuali livelli del clima di fiducia si associano alla crescita del reddito disponibile, cui contribuisce l’attuale fase di bassa inflazione. Per le imprese, invece, secondo l’Istat non si segnala ancora un generalizzato aumento dei ritmi produttivi in presenza di un peggioramento del clima di fiducia e una riduzione delle prospettive di crescita.
A livello globale ciò che preoccupa è il rallentamento del Pil americano nell’ultimo trimeste dell’anno scorso, mentre nell’area euro si delinea il proseguimento dell’attuale fase di moderato incremento dell’attività economica, in presenza di una sostanziale stagnazione dell’industria in senso stretto condizionata dalla mancata accelerazione degli investimenti”.
Sono dunque i consumi a costituire il principale motore della crescita. Il 2016 dunque, non sarà con ogni probabilità l’anno della ripresa. Lo auspicavano in tanti: economisti, analisti e soprattutto opinione pubblica, per uscire da una crisi che attanaglia gli italiani da molto tempo.
Fino a che l’industria continuerà nella sua fase di stagnazione sarà difficile ipotizzare una crescita.