Mentre in Francia la lotta allo spreco alimentare è diventata legge, l’Italia arranca malgrado gli sforzi governativi.
Durante la giornata di ieri alla Camera ha avuto inizio il voto sugli emendamenti a una proposta di legge presentata ad aprile scorso dal Pd, il cui obiettivo è limitare le eccedenze alimentari e agevolare il recupero di prodotti ancora utilizzabili. Un obiettivo prioritario anche della Carta di Milano e ribadito dal Capo dello Stato Sergio Mattarella a Expo 2015.
Il tema va rilanciato con forza oggi, nella Giornata nazionale contro gli sprechi alimentari. I dati confermano che purtroppo siamo ancora un Paese di spreconi. Secondo la Coldiretti, la crisi, ma anche una maggiore sensibilità ambientale, ha portato sei cittadini su dieci a diminuire o annullare gli sprechi domestici. Ma la situazione resta grave e in media ogni italiano butta nel bidone della spazzatura 76 chili di prodotti alimentari in un anno.
“Il risultato – secondo Coldiretti – è che gli sprechi alimentari ammontano in Italia ad un valore di 12,5 miliardi, che sono persi per il 54 per cento al consumo, per il 21 per cento nella ristorazione, per il 15 per cento nella distribuzione commerciale, per l’8 per cento nell’agricoltura e per il 2 per cento nella trasformazione”.
“L’Italia vanta un modello di lavoro contro lo spreco che funziona e che punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica, più che sulla penalizzazione come accade in Francia”, ha sottolineato la deputata del Pd Maria Chiara Gadda, prima firmataria assieme al collega Massimo Fiorio della proposta di legge contro gli sprechi alimentari, che, a differenza di quella francese, comprende anche il recupero dei prodotti farmaceutici. “Il testo base che ieri abbiamo cominciato a votare a Montecitorio – aggiunge Gadda – è stato approvato all’unanimità da tutte le forze politiche ed è il risultato di un lungo lavoro di mediazione che ha coinvolto tutte le associazioni impegnate nel recupero delle eccedenze alimentari. Confido che in pochi mesi diventi legge”.